News — Pubblicata il 23-05-2025
Fotovoltaico a terra - un pratico riepilogo del quadro normativo
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Il 2024 è l’anno in cui il quadro normativo per l’installazione di impianti fotovoltaici a terra è stato profondamente ridisegnato. I documenti principali che disciplinano la normativa sono il Decreto aree idonee (DM 21/6/2024), che impone alle Regioni di identificare il territorio idoneo e il DL 63/2024 “Agricoltura” che inserisce dei vincoli che bloccano gli impianti a terra in zona agricola salvo eccezioni particolari.
Il Decreto Aree Idonee: la cornice territoriale
Il Decreto Aree Idonee stabilisce una cornice territoriale per favorire lo sviluppo delle energie rinnovabili, in particolare del fotovoltaico a terra. Le Regioni devono classificare il proprio territorio in aree idonee, ordinarie e non idonee, aggiungendo una quarta categoria vietata: le aree agricole tutelate secondo il d.lgs. 199/2021.
L’obiettivo è massimizzare le superfici disponibili, privilegiando tetti, capannoni, parcheggi, aree industriali dismesse e terreni agricoli non coltivabili, cercando un equilibrio tra produzione energetica, tutela del paesaggio e capacità della rete.
Tre categorie di suolo.
Le Regioni mappano il proprio territorio distinguendo:
superfici e aree idonee (iter accelerato), non idonee e ordinarie .
A queste se ne aggiunge una quarta, esplicitamente vietata all’FV a terra: le aree agricole rientranti nel divieto dell’art. 20, co. 1-bis del d.lgs 199/2021 .
Principi per l’individuazione.
Le Regioni massimizzano le superfici utili ma privilegiare capannoni, parcheggi, aree industriali/discariche, superfici agricole non coltivabili, bilanciando rete, domanda e tutela paesaggistica .
Ripartizione degli obiettivi.
Il decreto assegna 80 GW aggiuntivi da fonti rinnovabili al 2030, con target regionali vincolanti.
Il provvedimento “accelera” dove il consumo di suolo è già compromesso, mentre rimanda alle Regioni la scelta sul resto dei terreni agricoli.
Il DL Agricoltura: il blocco sul suolo agricolo
Il DL 63/2024, pubblicato dopo il Decreto Aree Idonee ha aggiunto ulteriori vincolo per l'installazine di impianti fotovoltaici a terra.
L’installazione di impianti fotovoltaici con moduli collocati a terra in zone agricole è consentita solo in un elenco specifico di casi:
– modifica o repowering di impianti esistenti senza aumento di superficie;
– cave, discariche o lotti industriali già compromessi;
– Aree adiacenti a autostrade (entro 300 metri) e interne a impianti industriali (entro 500 metri da confine).
– progetti agrivoltaici avanzati che integrano realmente l’attività agricola;
– comunità energetiche rinnovabili (CER) e investimenti PNRR/PNC.
Eccezioni mirate. Il divieto non scatta se il progetto è finalizzato alla nascita di una CER o rientra in bandi PNRR/PNC .
Effetti fiscali. Dal 2026 l’energia prodotta oltre il “limite di agrarietà” genera reddito d’impresa ordinario;
I vincoli chiave si possono così riassumere:
Le opportunità per il fotovoltaio a terra
Agrivoltaico di nuova generazione. Progetti che elevano i moduli, adottano tracker, mantengono la produttività agronomica e monitorano resa agricola ed energetica possono superare il blocco, beneficiando degli incentivi dedicati e dell’iter unico ridotto per le taglie > 12 MW .
Comunità Energetiche Rinnovabili rurali. Costituire una CER permette di installare moduli a terra anche in piena zona agricola, purché l’energia condivisa rimanga nel perimetro previsto dalla Delibera ARERA 727/2022 (cabina primaria) .
Repowering e revamping. Il DL Agricoltura favorisce la sostituzione di moduli su impianti esistenti senza ampliamento del footprint, misura ideale per i vecchi impianti “Conto Energia” che necessitano di upgrade .
Sfruttamento di cave, discariche, invasi e parcheggi. Su questi suoli la gerarchia dei vincoli è minima e l’autorizzazione è fortemente accelerata dal combinato disposto d.lgs 190/2024 + Decreto Aree Idonee .
Sfruttamento della Solar Belt. Installare entro 300 metri dalle autostrade o entro 500 metri dal confine di impianti industriali.
Iter più veloce nelle aree “idonee”. Una volta che la Regione avrà approvato la propria mappa, i procedimenti saranno tagliati di un terzo e, per molti impianti, non servirà più la VIA .
Nel 2024 il quadro normativo per il fotovoltaico a terra è stato profondamente riformato, introducendo un doppio binario: da un lato, il Decreto Aree Idonee accelera le autorizzazioni in zone già compromesse o marginali, dando impulso alla transizione energetica; dall’altro, il DL Agricoltura impone forti restrizioni all’uso del suolo agricolo, consentendo nuove installazioni solo in casi ben circoscritti come progetti agrivoltaici avanzati, comunità energetiche o interventi su impianti esistenti.
Il risultato è un modello più selettivo e sostenibile, che punta a conciliare sviluppo delle rinnovabili, tutela del paesaggio e salvaguardia delle risorse agricole.
La piattaforma aree idonee
Il GSE, in collaborazione con Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, ha messo online la Piattaforma aree Idonee, uno strumento digitale sviluppato per aiutare Regioni e Province Autonome nella pianificazione territoriale per le energie rinnovabili.
La mappatura è realizzata secondo l’art. 12 del D.lgs. 190/2024, utilizzando i dati forniti al GSE entro il 30 aprile 2025 dai soggetti indicati nel DM 320/2024.
La piattaforma è costantemente aggiornata e consente una visualizzazione interattiva del potenziale energetico nazionale e consultabile al link:
https://areeidonee.gse.it/
Il Decreto Aree Idonee: la cornice territoriale
Il Decreto Aree Idonee stabilisce una cornice territoriale per favorire lo sviluppo delle energie rinnovabili, in particolare del fotovoltaico a terra. Le Regioni devono classificare il proprio territorio in aree idonee, ordinarie e non idonee, aggiungendo una quarta categoria vietata: le aree agricole tutelate secondo il d.lgs. 199/2021.
L’obiettivo è massimizzare le superfici disponibili, privilegiando tetti, capannoni, parcheggi, aree industriali dismesse e terreni agricoli non coltivabili, cercando un equilibrio tra produzione energetica, tutela del paesaggio e capacità della rete.
Tre categorie di suolo.
Le Regioni mappano il proprio territorio distinguendo:
superfici e aree idonee (iter accelerato), non idonee e ordinarie .
A queste se ne aggiunge una quarta, esplicitamente vietata all’FV a terra: le aree agricole rientranti nel divieto dell’art. 20, co. 1-bis del d.lgs 199/2021 .
Principi per l’individuazione.
Le Regioni massimizzano le superfici utili ma privilegiare capannoni, parcheggi, aree industriali/discariche, superfici agricole non coltivabili, bilanciando rete, domanda e tutela paesaggistica .
Ripartizione degli obiettivi.
Il decreto assegna 80 GW aggiuntivi da fonti rinnovabili al 2030, con target regionali vincolanti.
Il provvedimento “accelera” dove il consumo di suolo è già compromesso, mentre rimanda alle Regioni la scelta sul resto dei terreni agricoli.
Il DL Agricoltura: il blocco sul suolo agricolo
Il DL 63/2024, pubblicato dopo il Decreto Aree Idonee ha aggiunto ulteriori vincolo per l'installazine di impianti fotovoltaici a terra.
L’installazione di impianti fotovoltaici con moduli collocati a terra in zone agricole è consentita solo in un elenco specifico di casi:
– modifica o repowering di impianti esistenti senza aumento di superficie;
– cave, discariche o lotti industriali già compromessi;
– Aree adiacenti a autostrade (entro 300 metri) e interne a impianti industriali (entro 500 metri da confine).
– progetti agrivoltaici avanzati che integrano realmente l’attività agricola;
– comunità energetiche rinnovabili (CER) e investimenti PNRR/PNC.
Eccezioni mirate. Il divieto non scatta se il progetto è finalizzato alla nascita di una CER o rientra in bandi PNRR/PNC .
Effetti fiscali. Dal 2026 l’energia prodotta oltre il “limite di agrarietà” genera reddito d’impresa ordinario;
I vincoli chiave si possono così riassumere:
Scenario | È possibile il FV a terra? | |
Terreno agricolo puro (fuori Solar Belt) | No, salvo CER/PNRR o agrivoltaico avanzato | |
Terreno agricolo dentro Solar Belt (≤ 500 m da fabbrica) (≤ 300 m da autostrada) | Sì | |
Cave, discariche, lotti industriali | Sì | |
Agrivoltaico avanzato ≥ 12 MW | Sì | |
Aree idonee regionali (dopo mappa) | Sì |
Le opportunità per il fotovoltaio a terra
Agrivoltaico di nuova generazione. Progetti che elevano i moduli, adottano tracker, mantengono la produttività agronomica e monitorano resa agricola ed energetica possono superare il blocco, beneficiando degli incentivi dedicati e dell’iter unico ridotto per le taglie > 12 MW .
Comunità Energetiche Rinnovabili rurali. Costituire una CER permette di installare moduli a terra anche in piena zona agricola, purché l’energia condivisa rimanga nel perimetro previsto dalla Delibera ARERA 727/2022 (cabina primaria) .
Repowering e revamping. Il DL Agricoltura favorisce la sostituzione di moduli su impianti esistenti senza ampliamento del footprint, misura ideale per i vecchi impianti “Conto Energia” che necessitano di upgrade .
Sfruttamento di cave, discariche, invasi e parcheggi. Su questi suoli la gerarchia dei vincoli è minima e l’autorizzazione è fortemente accelerata dal combinato disposto d.lgs 190/2024 + Decreto Aree Idonee .
Sfruttamento della Solar Belt. Installare entro 300 metri dalle autostrade o entro 500 metri dal confine di impianti industriali.
Iter più veloce nelle aree “idonee”. Una volta che la Regione avrà approvato la propria mappa, i procedimenti saranno tagliati di un terzo e, per molti impianti, non servirà più la VIA .
Nel 2024 il quadro normativo per il fotovoltaico a terra è stato profondamente riformato, introducendo un doppio binario: da un lato, il Decreto Aree Idonee accelera le autorizzazioni in zone già compromesse o marginali, dando impulso alla transizione energetica; dall’altro, il DL Agricoltura impone forti restrizioni all’uso del suolo agricolo, consentendo nuove installazioni solo in casi ben circoscritti come progetti agrivoltaici avanzati, comunità energetiche o interventi su impianti esistenti.
Il risultato è un modello più selettivo e sostenibile, che punta a conciliare sviluppo delle rinnovabili, tutela del paesaggio e salvaguardia delle risorse agricole.
La piattaforma aree idonee
Il GSE, in collaborazione con Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, ha messo online la Piattaforma aree Idonee, uno strumento digitale sviluppato per aiutare Regioni e Province Autonome nella pianificazione territoriale per le energie rinnovabili.
La mappatura è realizzata secondo l’art. 12 del D.lgs. 190/2024, utilizzando i dati forniti al GSE entro il 30 aprile 2025 dai soggetti indicati nel DM 320/2024.
La piattaforma è costantemente aggiornata e consente una visualizzazione interattiva del potenziale energetico nazionale e consultabile al link:
https://areeidonee.gse.it/