News Pubblicata il 19-03-2024

Transizione 5.0: Contributi per la digitalizzazione

Il DL del 2 marzo 2024, n. 19 (Ulteriori disposizioni urgenti per l'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza) dà il via libera al Piano Transizione 5.0, un programma che si prefigge di affiancare le imprese italiane nella loro trasformazione digitale e nella transizione ecologica, grazie a un innovativo schema di crediti d'imposta.
Con uno stanziamento di 6,3 miliardi di euro, aggiunti ai 6,4 miliardi già previsti dalla legge di bilancio, il Piano Transizione 5.0 disporrà complessivamente di circa 13 miliardi di euro nel biennio 2024-2025. Questi fondi rappresentano un investimento strategico per accelerare il passaggio delle imprese verso una modalità più efficiente ed ecocompatibile di produzione e gestione.

Il piano è atto a preparare le imprese a fronteggiare le sfide della trasformazione digitale e ambientale. In un periodo critico in cui gli assetti geoeconomici subiscono una ridefinizione, il Piano si propone di dare alle imprese gli strumenti necessari per emergere e competere sul mercato globale.

Una delle caratteristiche distintive del Piano Transizione 5.0 è l'accesso universale alle agevolazioni, senza alcuna valutazione preliminare o discriminazione legata alle dimensioni aziendali o al settore di attività. Saranno promossi gli investimenti sia in beni materiali che immateriali, purché si traducano in una significativa riduzione dei consumi energetici. Inoltre, il Piano incoraggia gli investimenti nell'autoproduzione di energia da fonti rinnovabili e nella formazione del personale per acquisire competenze cruciali per la transizione tecnologica ed energetica.
 
CONTRIBUTI
Il Decreto PNRR Transizione 5.0 ha introdotto un'agevolazione disciplinata nell'articolo 38 del DL, rivolta a tutti i nuovi investimenti effettuati nel biennio 2024-2025 da organizzazioni con sede in Italia e imprese residenti nel Paese. Questa agevolazione si applica senza vincoli riguardo alla forma giuridica, al settore di appartenenza, al regime fiscale adottato o alla dimensione, fatta eccezione per le realtà in stato di liquidazione coatta o volontaria. Tuttavia, è richiesto che tali investimenti siano finalizzati a innovazioni che portino a una significativa riduzione dei consumi energetici sul territorio nazionale.

Il contributo consiste in un credito d'imposta riconosciuto per i nuovi investimenti effettuati nel periodo menzionato, a condizione che le innovazioni apportate comportino una riduzione dei consumi energetici dell'unità produttiva di almeno il 3%, incrementabile al 5% se specificatamente riferito a un processo produttivo anziché alla struttura nel suo complesso.

Gli investimenti agevolabili riguardano beni materiali, immateriali e strumentali specificamente elencati negli allegati A e B della legge n. 232/2016. Inoltre, rientrano nei criteri di ammissibilità al credito d'imposta, entro limiti determinati, le spese per la formazione del personale volte ad acquisire o rafforzare competenze nelle tecnologie impiegate per la transizione digitale ed energetica dei processi produttivi. È tuttavia richiesto che questa formazione sia svolta da soggetti esterni all'impresa, individuati appositamente mediante decreto del Mimit.
 
DETTAGLIO DELL'INCENTIVO

La principale innovazione introdotta dal nuovo decreto rispetto alla sua controparte precedente, (decreto Transizione 4.0), è rappresentata dalla differenziazione dell'incentivo in base al previsto risparmio energetico. Il bonus varia secondo le seguenti fasce:

Riduzione dei consumi per unità produttiva 3%-6% o per processo 5%-10%.

Bonus del
- 35% per gli investimenti fino a 2,5 milioni di euro;
- 15% della spesa per gli investimenti superiori a 2,5 milioni di euro e fino a 10 milioni di euro;
- 5% della spesa per gli investimenti superiori a 10 milioni di euro e fino al limite massimo di 50 milioni dei costi ammissibili ogni anno per ciascuna impresa beneficiaria.
 
Tuttavia, è possibile aumentare il tax credit fino al 40% e al 45% nel caso in cui la riduzione dei consumi energetici sia rispettivamente superiore al 6% e al 10%.

Riduzione dei consumi per unità produttiva 6%-10% o per processo 10%-15%.

Bonus
- 40% per gli investimenti fino a 2,5 milioni di euro;
- 20% della spesa per gli investimenti superiori a 2,5 milioni di euro e fino a 10 milioni di euro;
- 10% della spesa per gli investimenti superiori a 10 milioni di euro e fino al limite massimo di 50 milioni dei costi ammissibili ogni anno per ciascuna impresa beneficiaria.
 
Riduzione dei consumi per unità produttiva >10% o per processo >15%.

Bonus del
- 45% per gli investimenti fino a 2,5 milioni di euro;
- 25% della spesa per gli investimenti superiori a 2,5 milioni di euro e fino a 10 milioni di euro;
- 15% della spesa per gli investimenti superiori a 10 milioni di euro e fino al limite massimo di 50 milioni dei costi ammissibili ogni anno per ciascuna impresa beneficiaria.

Per poter accedere al beneficio, è necessario presentare specifiche certificazioni rilasciate da un valutatore indipendente. È inoltre prevista la possibilità, esclusivamente per le PMI, di includere nel credito d'imposta anche le spese sostenute per la certificazione, fino a un massimo di 10.000 euro.

BENI IMMATERIALI: SOFTWARE E FORMAZIONE

Oltre agli investimenti relativi a beni materiali rientrano nelle agevolazioni i beni immateriali ad essi connessi, i costi per piattaforme, servizi e applicazioni Cloud e a quelli di system integration già contemplati nel piano Transizione 4.0 e l'elenco dei software ammissibili è stato ampliato. Rientrano applicazioni di monitoraggio dei consumi energetici e dell'efficienza energetica e gli ERP, ma soltanto se acquisiti insieme ai software precedenti.

In questo contesto, è necessario presentare una doppia certificazione: una prima certificazione, ex ante, sulla potenziale riduzione dei consumi energetici ottenibile e una seconda, ex post, sulla concreta realizzazione degli investimenti previsti.

Sono incluse tra le spese ammissibili anche quelle relative alla formazione per l'acquisizione o il perfezionamento delle competenze digitali, purché non superino il 10% dell'investimento totale ed entro il limite massimo di 300.000 euro. Tuttavia, questa formazione deve essere erogata da entità esterne, le quali saranno specificate mediante un decreto attuativo dedicato.
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